In occasione di Artefiera 2024, garage BENTIVOGLIO invita Agostino Iacurci a pensare a un intervento temporaneo per lo spazio della vetrina.
L’immaginario e i mondi che Iacurci abita e costruisce hanno numerose similitudini con il lavoro di Felice Giani: entrambi hanno spesso come fondamento i modi e le forme dell’architectura picta, che si mischiano e si arricchiscono delle loro differenti ossessioni.
Il tempietto che abita lo la vetrina nulla ha infatti a che vedere con il lirismo di Alberti o il candore d’invenzione di Winckelmann, ma riconnette i colori perduti del Partenone con le esperienze più contemporanee dell’arte minimalista.
La campitura, elemento caratteristico della grammatica di Iacurci, rende così policromo il legno o esalta la texture dei tessuti.
E pur ricordando una scenografia teatrale, il tempio non verrà mai abitato da nessun attore, lasciando che sia ancora una volta la strada e i passanti a rimanere protagonisti della scena.