FRANCO ALBINI

FRANCO ALBINI

Franco Albini, Pistone di supporto per l'Elevatio animae, 1950
“Of course that big room is one of the rooms of the world”, afferma John Betjeman a proposito della casa di Patrick Leigh Fermor a Kardamyli nel Mani.
Ogni casa infatti è un mondo, ma poche case sono il mondo, riescono a racchiuderlo, a coglierne lo spirito, a prefigurane l’avvenire.
Di tutto ciò che verrà consegnato al futuro del progetto di Palazzo Bentivoglio, vorrei che sopravvivesse alla storia l’inafferrabile desiderio di autorappresentazione che sottende ogni collezione, quel particolare dispositivo della visione che fa coincidere lo sguardo di due collezionisti con lo sguardo del tempo.
Se ri-costruire le sale del palazzo ha permesso di coglierne gli aspetti primigeni e di consegnarlo al futuro, costruire un collezione ha significato imprimere il proprio passaggio nel mondo.

Non è dunque stridente la scelta di esporre all’interno di garage BENTIVOGLIO un oggetto che non è parte della collezione, ma che è stato un unicum nella storia dell’allestimento museale italiano: il pistone progettato da Franco Albini nel 1950 come supporto per l’Elevatio animae, i frammenti della tomba di Margherita di Brabante realizzata da Giovanni Pisano nel 1313.

La storia travagliata del monumento funebre, smontato e poi disperso, ci ha consegnato solo un gruppo formato da tre figure, due angeli e l’imperatrice.
Albini, impegnato nell’allestimento di Palazzo Bianco, deve dunque trovare un dispositivo che sia rispettoso dei frammenti, ma che permetta al visitatore di poter immaginare l’intero monumento, senza cadere in ricostruzioni false o arbitrarie.

Regolabile in altezza e totalmente girevole, il pistone consente al pubblico di interagire con l’opera, che si staglia tra le pareti d’ardesia e le veneziane che schermano le finestre.
Il lavoro di Albini porta ad una rilettura totale delle collezioni di Palazzo Bianco, che vengono ridefinite così attraverso il suo sguardo; l’architetto manipola e quasi profana le opere antiche, restituendole alla contemporaneità cariche di nuovi significati.

Pur con i suoi limiti e le sue criticità, il pistone di supporto per l’Elevatio animae è così il manifesto di un certo sguardo sul mondo, di un dato momento storico in cui l’architettura italiana si interroga sul museo, le sue finalità e i suoi ordinamenti spaziali.
Nel 1969 con la ridefinizione del percorso museale di Palazzo Bianco e la successiva apertura del Museo di Sant’Agostino, i frammenti vengono riallestiti su un nuovo basamento e il pistone viene così archiviato nei depositi.

Si ringraziano i Musei di Genova per il gentile prestito e il Comune di Genova per le foto d’archivio.
La base su cui è esposto il pistone è stata realizzata da Valter Scelsi per la mostra “Elevatio Animae”, allestita presso il Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova, con la collaborazione di Filippo Brignolo, Alessandro Levy, Giulia Scelsi e Margherita Squeo.