LIFE TIME

LIFE TIME

27, 28 maggio e 3, 4, 10, 11 giugno 2023
dalle 20.30 alle 22.30
(in caso di maltempo l'apertura verrà cancellata)
a cura di Tommaso Pasquali
in collaborazione con John Giorno Foundation, New York
In sei date della tarda primavera, Palazzo Bentivoglio apre il suo giardino dopo il crepuscolo, invitando il pubblico a entrare liberamente per scoprire una delle più recenti acquisizioni della collezione permanente. Collocata sopra la vasca d'acqua a metà della corte, Life Time (2019) di Ugo Rondinone (Brunnen, 1964) è una grande apparizione luminosa che assomma in sé diversi dei temi di ricerca cari all'artista svizzero di origine italiana. 
Con la sua nettezza minimalista, la scritta arcobaleno, che evoca il “tempo di una vita”, introduce nello spazio usuale del giardino un elemento poetico festoso ma perentorio, come già aveva fatto l'anno scorso, posandosi sul tetto della Schirn Kunsthalle di Francoforte in occasione della personale dell'artista (24 giugno – 18 settembre 2022). “If art is the great synthesizer, poetry is the ultimate analyzer”, precisava Rondinone in un'intervista di dieci anni fa, dichiarando come l'uso delle parole nelle sue opere d'arte sia debitore alla poesia.
La costante riflessione sulla temporalità, che accompagna la produzione dell'artista dai suoi esordi, viene declinata in questo caso in una chiamata all'introspezione, una sorta di sereno memento mori, che compare d'improvviso entro il tempo apparentemente circolare del giardino. L'invito a una meditazione individuale sulla vanità si trasforma però in un'esortazione a cogliere l'attimo, impiegando quanto meglio il tempo che ciascuno ha a disposizione, e si colora di un significato collettivo nel ricorso all'immagine Pop dell'arcobaleno. 
Oltre a essere celebrato nelle opere di Rondinone come simbolo della comunità LGBTQ+, l'emblema del ritorno alla regolarità della vita dopo la tempesta rende chiaro il debito dell'artista verso il Romanticismo tedesco, che ne aveva fatto un elemento grammaticale ricorrente nella pittura di paesaggio. Analogamente a quel tentativo storico di mettere in relazione al sublime della natura un'evocazione dell'umano, Life Time prova a raccordare l'idea della transitorietà dell'esistenza al senso di una durata ciclica.
Sul fronte delle scelte collezionistiche, la selezione di quest'opera in particolare tra quelle dell'articolato corpus dell'artista, così come la decisione di collocarla dentro lo spazio del giardino, visibile dalle stanze private che ospitano il work in progress della collezione, è stata facilitata da una suggestione letteraria inattesa. “We knew what we were looking for: a place with enough work to fill our lifetime” confessava in apertura a Images and Shadows (1970) la scrittrice di nascita inglese Iris Origo (1902 – 1988), che dedicò la maggior parte della vita alla costruzione della sua casa con giardino in Val d'Orcia. Il personale cortocircuito innescatosi nella committenza consente così di illuminare, entro la ricchezza dei significati che convergono nell'opera, anche il valore programmatico che la scritta al neon può assumere nel contesto del progetto di Palazzo Bentivoglio.
In occasione delle sei aperture serali, l'accensione dell'opera di Rondinone sarà accompagnata da un
paesaggio sonoro composto da registrazioni del poeta, performer e attivista John Giorno (New York, 1936 – 2019), marito dell'artista. Influenzato dalla Beat Generation e dalla Pop Art, i cui protagonisti aveva frequentato da vicino, Giorno si era impegnato fin dagli anni sessanta nella sperimentazione e nella promozione della poesia attraverso le performance live e i nuovi media (come nel caso del servizio di poesie telefoniche Dial-A-Poem, ideato nel 1968), riportando nelle sue composizioni miserie e illuminazioni della vita metropolitana e, spesso, i dettagli espliciti di una sessualità liberata e orgogliosa. 
Delle molte registrazioni conservate presso la fondazione che oggi porta il suo nome, la selezione proposta a Palazzo Bentivoglio privilegia quattro pezzi maturi, nei quali il tono più allegorico e sapienziale rispetto alle poesie giovanili è influenzato dalla pratica della meditazione buddhista. Si tratta di lavori composti negli anni della relazione con Rondinone, fervidi di reciproche influenze e omaggi, nonché di poetiche affini.
Il percorso segnato dagli audio, collocati in quattro punto del giardino, invita il visitatore a inoltrarsi progressivamente fra piante e arbusti, nella penombra rischiarata dal neon colorato. La voce di Giorno, testimone della comunità gay prima e dopo il flagello dell'AIDS, fa collidere l'immaginario dell'hortus conclusus, luogo di meditazione e preghiera, con quello del parco cittadino in notturna, terreno di cruising e incontri fra corpi. 
Se Everyone Gets Lighter (2002; 2'13''), posta come un proemio vicino all'ingresso del giardino, verbalizza e anticipa le riflessioni esistenziali scatenate da Life Time, in There Was a Bad Tree (2001; 9'24'') e Welcoming the Flowers (2004; 7'39''), il raggiungimento di uno stato più alto per l'uomo passa attraverso l'accettazione di quella natura viva e brulicante che, anche nella produzione di Rondinone, è luogo di rigenerazione e ispirazione, dove mistico e secolare possono coesistere. Nell'angolo più estremo del giardino, Thanx 4 Nothing (2006; 10'04''), iniziata a scrivere da Giorno in occasione del suo settantesimo compleanno, consegna al pubblico un bilancio commovente ed esilarante di una vita vissuta con intensità.