PIERO FORNASETTI
PIERO FORNASETTI
Piero Fornasetti, L'utile e il dilettevole, 1953-1977
Nell’appartamento di Grace e Leo a Brooklyn (Will and Grace, S6 Ep 02 ‘Last Ex To Brooklyn) una dozzina di piatti con il volto di Lina Cavalieri riempie un angolo del soggiorno.
L’assimilazione di Fornasetti in America come oggetto puramente d’arte sottolinea il cambiamento di senso che con il tempo hanno subito gli oggetti che l’azienda milanese produce da oltre ottant’anni.
Se si attraversano le sale di Palazzo Bentivoglio, sparsi sopra mobili e tavoli, a volte anche nei cassetti, si possono trovare vassoi, posaceneri, scatole,... che rappresentano un momento di pausa tra le opere che, in senso stretto, compongono la collezione d’arte.
La grande intuizione di Piero Fornasetti, fin dal principio, è stata infatti quella di creare “cose che stanno tra le cose”, quasi senza un fine utilitaristico, che imitassero gli oggetti e le liturgie di una casa borghese.
Come Piranesi due secoli prima, Fornasetti raccoglie nel corso della sua vita figure, frammenti, dettagli, e li assembla in nuovi pastiches: collezionare significa per lui immediatamente ri- comporre, ri-consegnare a tutti quel patrimonio sottratto, ri-mettere al mondo il mondo.
All’unicità del suo sguardo, alla capacità di riunire in modo organico il caos di tutte quelle immagini fractae, si contrappone il recupero di schemi e modelli iconografici identitari di un mondo borghese che volge irrimediabilmente al termine e che può solo ironizzare su usi e costumi oramai perduti.
Molto prima di Tumblr e di Pinterest, Fornasetti colleziona le cose a lui più contemporanee, ovvero le immagini, e le trasforma in merce; i modelli antichi si trasformano in nuove figure, spesso replicate in numerose varianti, e il già visto diventa novità.
Non c’è oggetto o forma che non possa essere rivestito dalle sue texture, con la stessa modalità pervasiva e quasi infestante che sarà adottata anni dopo da Ettore Sottsass nella sua proficua collaborazione con Abet Laminati.
Uno infatti non fa numero e, nel pieno della rivoluzione fordista, Fornasetti produce oggetti artigianali ma in serie, che vogliono entrare in dialogo o tra di loro, nell’esibizione delle numerose varianti, o ancor meglio con tutti gli altri elementi, opere, arredi, di cui sono circondati.
Il suo metodo quasi archeologico diventa così un possibile paradigma con cui interrogare e interpretare il nostro mondo: ciò che è stato può essere visto ancora una prima volta ed essere nuovamente vissuto a pieno.